2030 La sostenibilità della salute

Oggi è ormai chiaro che la sostenibilità della salute si articola attraverso una molteplicità di prospettive, scientifiche, economiche e giuridiche, all’interno di un sistema di welfare caratterizzato dall’interdipendenza tra salute, sviluppo economico e diritti dei cittadini.

Con il il volume “2030. La sostenibilità della salute. Nuovi equilibri tra dati, welfare e SSN”, realizzato in collaborazione con Edra, Fondazione Roche mira ad approfondire le diverse ma complementari prospettive ed evidenziare la necessità di una visione complessiva e innovativa del sistema salute, che deve rappresentare la spinta per molteplici settori, discipline e comunità a vari livelli della società a lavorare sinergicamente per garantire l’indissolubile legame tra salute umana, animale e dell’ecosistema (approccio One Health).

La pubblicazione segue l’analisi svolta nel precedente volume, che indagava il valore dei dati come chiave del futuro della sanità e che proprio nel dato identificava un elemento necessario per la sostenibilità poiché caratterizzato dalla potenzialità di orientare le politiche per la salute, indirizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo e influenzare la vita dei singoli individui e dell’intera popolazione, oltre che generare un importante ritorno economico.

Grazie al lavoro di diversi autori che hanno contribuito a sviluppare un angolo di visuale ben distinto da quelli più praticati nel dibattito pubblico, focalizzati prevalentemente sui temi riconducibili alle categorie Enviromental, Safety e Governance (ESG), questo volume analizza la sostenibilità in relazione a ricerca, futuro del SSN e rapporto tra società, industria, ambiente e welfare, creando un dibattito sulle principali e attuali sfide che il sistema si trova ad affrontare per raggiugere la «sostenibilità a 360 gradi», ovvero declinata su più livelli: salute individuale, salute collettiva, sostenibilità del sistema sanitario, integrazione delle competenze e delle discipline e salvaguardia dell’ecosistema.

Fondamentale è indagare il rapporto tra sostenibilità, ricerca e salute. Nel nostro Paese la ricerca rappresenta il motore dello sviluppo economico e sociale. L’industria farmaceutica investe in studi clinici oltre 700 milioni di euro all’anno , il più alto contributo al sistema nazionale in questo ambito, nonché un patrimonio da preservare e incentivare in quanto rappresenta uno dei maggiori driver dello sviluppo delle conoscenze. La ricerca biomedica, in particolare, non solo è ciò che ci consente di essere competitivi sul mercato globale della conoscenza, restare al passo con i Paesi più avanzati e attrarre investimenti e competenze, ma è anche volano di innovazione per le aziende che la producono e valore aggiunto per i cittadini attraverso le ricadute sul miglioramento degli indicatori di salute, sui percorsi di diagnosi e cura e maggior qualità di erogazione del servizio sanitario. Uno degli obiettivi prioritari delle politiche sanitarie nazionali dovrebbe essere quindi quello di fare della ricerca una componente strutturale del servizio sanitario, attraverso investimenti in innovazione normativa e organizzativa nonché in risorse adeguate, al fine di rendere disponibili terapie innovative per i pazienti, offrire possibilità di crescita professionale a medici e ricercatori, incrementare la competitività scientifica e assicurare al SSN importanti risorse e minori costi.

Altra tematica chiave riguarda i futuri livelli di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. In un momento storico di grande evoluzione e innovazione che abbraccia molteplici dimensioni (scientifica, clinica, tecnologica, demografica, geopolitica, industriale e delle competenze), l’Italia ha le possibilità di svolgere un ruolo chiave in Europa e la governance farmaceutica deve poter tradurre le potenzialità in concrete opportunità di crescita, mettendo a disposizione del sistema sempre maggiore innovazione (piattaforme, tecnologie, soluzioni terapeutiche), regole nuove e una strategia nazionale per la crescita.

Il rapporto e la stretta connessione tra società, industria, ambiente e welfare in ottica di sostenibilità e, in particolare, i diritti dei cittadini che compongono la società, è un altro dei macrotemi del volume. I mondi istituzionale, accademico e industriale stanno spostando l’attenzione dall’approccio “One Health” a quello “Planetary Health”, che parte dal presupposto che i problemi sanitari e la definizione delle politiche pubbliche per affrontarli non possono essere separati dall’attuale emergenza ecologica. Si rende necessaria una prospettiva multidimensionale sulla sostenibilità, che privilegi la diversità culturale, la solidarietà con il pianeta, i valori etici e l’equità, i diritti, la giustizia e l’autonomia ampliando, possibilmente, i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 che già mirano alla costruzione di un mondo più sano per gli esseri umani e per gli animali, in armonia con l’ambiente e in cui la promozione della salute e del benessere è trasversale a tutti gli ecosistemi sociali ed economici.